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		             PENSIERI - FUORI DALLA FINESTRA 
Tutto è pronto, allineato e piegato in un ordine che ormai è 
uguale a se stesso da anni. 
La caldaia brucia sommessa nello sgabuzzino, una fiammella guizza vivace, mentre 
la mente associa tanta frenesia ad echi lontani di fantasie di quand'ero 
bambina. 
Apro il pannello di vetro decorato con bollicine . Giro la manopola, ed uno 
scroscio freddo mi bagna la mano. Gradualmente riccioli di vapore si alzano 
dalla doccia e la familiare fila di oggetti allineati sulla mensolina accoglie 
il mio ingresso. Il balsamo, lo shampoo, il sapone liquido al miele (sennò mi 
ricopro di bolle rosse), la spugna gialla, la saponetta rossa alla mela... 
Profumi e colori propri del bagno, rito quotidiano che ogni sera ripeto. 
Indugio sotto il getto dell'acqua caldissima, o almeno fino al limite che il mio 
grado di tolleranza mi concede. Rivoli scendono lungo i capelli, ricoprendo 
occhi ed orecchie, isolandomi per qualche attimo da tutto ciò che mi circonda e 
portandomi a pensare se sia quella la sensazione che provavo quando stavo dentro 
la pancia della mamma. 
Poi mi smuovo, riaffiora la consapevolezza che l'acqua non va sprecata, e la 
mano si proietta verso la spugna, il sapone, poi lo shampoo, il balsamo... 
Massaggi energici un pò dovunque, soprattutto sui capelli, il mio punto 
vulnerabile, vera e propria chiave di volta che fa cadere ogni mia forza di 
volontà, quando vengono toccati. 
Il rubinetto torna alla sua solita posizione. Esco furtiva e rapida, cercando di 
sfuggire a quel brivido che immancabilmente si presenta ogni volta. Entro 
nell'accappatoio. 
Ultima magia prima di rinchiudermi dentro la biancheria e gli abiti: una nuvola 
di borotalco, volute di polvere bianca e profumata che si alzano da un pon pon 
rosa. 
  
06.03.2001 
					
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