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Nuova Vita - La donazione del sangue cordonale

L'utilità nella donazione volontaria del sangue cordonale (cioé il sangue presente nel cordone ombelicale al momento del parto) risiede nella sua provata ricchezza di cellule staminali emopoietiche, cellule immature capaci di differenziarsi e costituire elementi del sangue diversi (globuli rossi, globuli bianchi, piastrine), utili per la ricostituzione del midollo osseo.
Scopo delle banche di sangue cordonale è di aumentare la disponibilità di donatori di cellule staminali emopoietiche per il trapianto da donatore familiare o non correlato e di ridurre così i tempi di attesa.

Chi decide di donare il sangue cordonale verso la 36° settimana di gravidanza esegue un colloquio con chi si occupa della raccolta nel reparto di ostetricia presso cui si recherà a partorire. Tale colloquio ha come scopo stabilire se la futura madre è idonea alla donazione, cioé che siano assenti rischi di malattie trasmissibili geneticamente o tramite il sangue stesso. Nel caso che nel momento del parto la madre abbia un ripensamento in merito alla sua decisione, è libera di rifiutare di eseguire la donazione.

La raccolta del sangue viene eseguito tramite siringa sterile dal cordone ombelicale. Tale prelievo è un'operazione semplice e rapida che non procura alcun rischio e sofferenza al neonato ed alla madre, in quanto avviene quando il cordone è già stato reciso: mentre la placenta è ancora in sede si collega sterilmente il cordone con un apposita sacca dove si raccoglierà il sangue senza che il procedimento comporti alcun fastidio alla madre.

Il sangue cordonale raccolto viene inviato alla banca di raccolta di riferimento: in Italia ne esistono 50. Loro compito è occuparsi dell’analisi dal punto di vista infettivologico e la tipizzazione del sangue cordonale: se il campione risulta essere idoneo procedono al suo congelamento a -196°C. Trascorsi 6 mesi dalla raccolta del campione, la madre donatrice viene contatta per raccogliere informazioni sulle condizioni di salute del neonato e la presenza di eventuali malattie infettive o congenite non riscontrate al momento del parto. Viene eseguito un prelievo di sangue per verificare se sono presenti infezioni in grado di controindicare l’utilizzo del sangue donato. Una volta eseguiti tutti i test di conferma sull’idoneità del campione per eventuali trapianti, le banche di raccolta inviano i dati relativi alla donazione alla banca del sangue cordonale di riferimento.
In Italia sono attive 15 banche, il cui compito è quello di registrare ed inviare i dati delle unità bancate alla rete mondiale per la donazione di cellule staminali (da midollo e da cordone) denominata Bone Marrow Donors Worldwide.

  
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