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					 TRACCE D'INCHIOSTRO 
					2003 - Gennaio / Febbraio / Marzo / Aprile 
					Martedì 16.12.2003 
					VIA - Claudio Baglioni 
					La mia sigaretta brilla rossa 
					Insieme a luci di periferia  
					Zampate della vita sulle mie ossa 
					Sei più sincera quando dici una bugia 
					Sull'asfalto acquoso una luna affilata a 
					tagliare i fili che legano le stelle  
					Stringo al cuore una lattina vuota e scopro che hai lasciato 
					le unghie sulla mia pelle  
					Finestrini aperti a dissetarmi di vento, la mia ruota 
					incollata sulla striscia bianca  
					della mezzeria 
					Gli occhi come due pezzi di vetro  
					Tu non sei come ti credevo io  
					Un autotreno mi ruggisce dietro  
					Ma perché hai fatto il mondo così triste Dio? 
					Alberi si drizzano ai lati della strada, 
					mi corrono accanto e il buio se li inghiotte  
					Alla radio un rock arrabbiato come un pugno allo stomaco che 
					mi spinge nella notte  
					Un dolore un lampo di fuoco rosso 
					Dentro questo amore che io non posso  
					Io non posso più 
					Voglio andar via 
					I piedi chiedono dove ma via 
					Tanto non ti perderò perché tu non sei stata mai mia 
					Voglio andar via  
					Da quei tuoi occhi che tirano sassi  
					E come in un duello far dieci passi  
					E poi guardarci un'ultima volta e via 
					Dimmi che cos'è che ci hanno fatto  
					Dimmi cosa c'è che io non so  
					Perché tutto è finito come cenere in un piatto  
					E quei ragazzi che eravamo noi  
					Non ci sono più 
					E scambiare due parole brevi  
					Con la notte blu dei benzinai  
					Io ti baciavo mentre tu piangevi,  
					E adesso che io piango tu chi bacerai? 
					Un caffè che drizza i capelli, un 
					pacchetto di fumo e il vento rilegge il mio giornale  
					E domani uscire di nuovo, farmi una faccia allegra per il 
					prossimo Carnevale  
					Un dolore freddo come un rasoio  
					Per un altro giorno che nasce e muoio, muoio, muoio 
					Voglio andar via  
					I sogni cercano dove, ma via 
					Anche all'inferno ci sarà qualcuno a farmi compagnia 
					Voglio andar via  
					Da te che goccia a goccia hai spremuto il mio cuore  
					E dagli straccivendoli ricomprare quel che resta del mio 
					amore  
					E andare via... 
					
					******************************************** 
					In questo periodo c'è chi mi suggerisce 
					di andarmene davvero via, per un po'. Hum... prospettiva 
					seducente, se considerata sotto l'ottica di isolarmi dal 
					resto del mondo e dedicarmi interamente a me stessa. 
					Farebbe bene ogni tanto prendersi una vacanza da coloro che 
					ci stanno attorno giorno per giorno e riscoprire la 
					solitudine, lo stare con se stessi e non avere altro 
					interlocutore che la propria coscienza. Molti di noi vivono 
					quotidianamente immersi nel rumore delle persone, delle 
					cose, dei problemi. Troppi impegnati a correre dietro alle 
					incombenze ed agli impegni, si dimentica ciò di cui si ha 
					realmente bisogno e si accantonano piccole cose piacevoli 
					per quando si avrà più tempo. 
					A volte però è piacevole accantonare i pensieri e lasciarsi 
					condurre dalle incombenze quotidiane, dal ritmo dettato dal 
					lavoro, un po' per sfuggire certi pensieri, un po' per 
					ubriacarsi di indifferenza e rimandare a dopo decisioni e 
					problemi. Si crea una sorta di limbo personale e ci si 
					rifugia. 
					 
            		Lunedì 15.12.2003 
					QUELLO CHE SEI - Pedro Salinas 
					Quello che sei 
					mi distrae da quello che dici.  
					Lanci parole veloci, 
					pavesate di risa, 
					invitandomi 
					ad andare dove mi porteranno. 
					Non ti presto attenzione, non le seguo: 
					sto guardando 
					le labbra da cui sono nate.  
					Intanto guardi lontano. 
					Fissi lo sguardo laggiù, 
					non so in cosa, e già si precipita 
					a cercarlo la tua anima 
					affilata, come saetta.  
					Io non guardo dove guardi: 
					io ti vedo guardare.  
					E quando desideri qualcosa 
					non penso a quello che vuoi 
					né lo invidio: è il meno. 
					Ciò che ami oggi, lo desideri; 
					domani lo dimenticherai per un nuovo amore. 
					No.  
					Ti aspetto oltre qualsiasi fine o termine 
					in ciò che non deve succedere. 
					Io resto nel puro atto del tuo desiderio,  
					amandoti. 
					E non voglio altro  
					che vederti amare. 
					 
            		Sabato 13.12.2003 
					Ho ricevuto un regalo: il mio nome 
					scritto con caratteri geroglifici. Grazie Livio! 
					
                  
					 
            		Giovedì 04.12.2003 
					Gli amici sono compagni di viaggio. 
					Allegri, a volte spassosi ed un po' pazzi. Possono annoiare, 
					possono offendere, possono lasciarci a bocca aperta per 
					frasi dette o gesti compiuti a nostra insaputa. Possono 
					instillare dubbi e perplessità, far dubitare della loro 
					lealtà e del loro affetto. Sanno correre in tuo aiuto nei 
					momenti più bui ed offrirti un fazzoletto per asciugarti gli 
					occhi, od ignorarti perché presi dai loro problemi. A volte 
					ti feriscono con frasi dure che ti gettano contro o con 
					fantasie e mezze verità sussurrate alle tue spalle. 
					Eppure non puoi... non posso fare a meno di alcuni di loro, 
					di quelli per cui l'aggettivo "amico" non è solo una parola 
					qualsiasi, una classificazione. In particolare ce ne sono 
					tre, così diversi eppure così presenti in me. Ognuno di loro 
					ha un tratto caratteristico, un aspetto del carattere in cui 
					un poco mi rispecchio. Ed è buffo come le esistenze delle 
					persone si intreccino, come dei perfetti sconosciuti possano 
					condividere un pezzo di cammino insieme, per poi discostarsi 
					e ritrovarsi tempo dopo. 
					Nonostante tutto, esistere continua ad essere una bella 
					avventura. 
					 
            		Sabato 29.11.2003 
					Che colore ha un sabato trascorso in 
					ufficio? Bianco come le pareti che mi circondano ed il 
					blocco di fogli alla mia sinistra. Ma anche luminoso come i 
					raggi di Sole che attraversano la vetrata e caldo come la 
					voce di un amico che telefona inaspettatamente. 
					Cellulare poco lontano dal monitor in attesa di qualche sms 
					che rompa la solitudine, le casse del piccì che quasi urlano 
					le canzoni dei Bon Jovi e dei Queen... ma oggi ho preferito 
					accendere la radio. Hum... in questo momento fanno ascoltare 
					Pino Daniele... hum... decisamente non fa per me... 
					Un sabato trascorso in ufficio ha il sapore di un'aranciata 
					amara, la cui lattina è poco discosta dalle chiavi e dalla 
					calcolatrice: dolciastra, ma subito dopo leggermente amara, 
					un sapore che senti ai lati della lingua e che, dopotutto, 
					non è poi così sgradevole. «Bevo e sono felice» recita 
					l'etichetta. Che strano concetto che hanno della felicità, i 
					pubblicitari. 
					Nel pezzetto di cielo che vedo attraverso il portico c'è un 
					piccolo stormo di piccioni che volano compatti, descrivendo 
					un cerchio, mentre i rami spogli degli alberi si stagliano 
					contro un cielo insolitamente turchese, considerata la 
					stagione. Il pensiero torna all'airone che mi sono ritrovata 
					in mezzo alla strada, questa mattina. Ho fermato l'auto, lui 
					ha dispiegato le grandi ali e se ne è andato. 
					Sul piccì, in attesa che io termini la pausa pranzo, c'è da 
					aggiornare un sito dedicato al materiale per l'isolamento 
					termico ed acustico. Nel cuore, in attesa che io termini di 
					catalogare tutti i miei dubbi e le mie insicurezze, c'è una 
					decisione da prendere. Una bella decisione, ma che comporta 
					delle conseguenze che fatico ad immaginare. 
					Meglio darsi il burrocacao alla fragola sulle labbra, farsi 
					un bel sorriso e riprendere il lavoro. 
					 
            		Mercoledì 26.11.2003 
					SOMETHING - Beatles 
					Something in the way she moves / Attracts 
					me like no other lover 
					Something in the way she woos me 
					I don't want to leave her now / You know 
					I believe her now 
					Somewhere in her smile she knows / That I 
					don't need no other lover 
					Something in her style that shows me 
					Don't want to leave her now / You know I 
					believe her now 
					You're asking me will my love grow / I 
					don't know, I don't know 
					You stick around now it may show / I don't know, I don't 
					know 
					Something in the way she knows / And all 
					I have to do is think of her 
					Something in the things she shows me 
					Don't want to leave her now / You know I 
					believe her now 
					 
            		Lunedì 24.11.2003 
					Certi giorni trovo difficile avere a che 
					fare con gli altri. Quotidianamente devo essere affettuosa 
					con il fidanzato, spiritosa con gli amici, socievole con i 
					colleghi, cordiale (ed a volte paziente) con i clienti. 
					Questo vincendo costantemente la mia timidezza, ma in certi 
					giorni anche la voglia di mandare tutti a quel paese, od 
					anche solo di dire forte «Lasciatemi in pace!». 
					Poi ci sono i genitori, davanti ai quali mi sento sempre non 
					all'altezza delle aspettative, gli amici che cerco di non 
					annoiare, il conoscente che critica la mia razionalità, il 
					datore di lavoro che sostiene che faccio discorsi difficili 
					e/o contorti, l'amico con cui sono in costante conflitto ma 
					di cui non so fare a meno. 
					Vuoi vedere che alla fine sono io che mi creo troppi 
					problemi, mentre tutti gli altri sono in pace con il mondo e 
					conducono esistenze cristalline? Non so. Fin da piccola ho 
					sempre ritenuto importante pormi delle domande: quando mi 
					sono resa conto che agli adulti non interessava darmi delle 
					risposte, le ho cercate nei libri, nel mondo circostante, 
					dentro di me. E, forse, dentro di me ho indugiato un po' 
					troppo a lungo. 
					Forse dovrei lasciarmi andare, abbandonarmi di più alla 
					corrente e vivere un po' alla giornata, senza chiedermi il 
					perché di ogni cosa, senza cercare di catalogare ogni 
					avvenimento od ogni azione del prossimo. Magari tentando 
					qualche azzardo, fare un passo più lungo della gamba, ogni 
					tanto. 
					 
            		Venerdì 07.11.2003 
					E LA MORTE NON AVRÁ PIÚ DOMINIO - Dylan 
					Thomas 
					E la morte non avrà più dominio 
					I morti nudi saranno una cosa  
					Con l’uomo nel vento e la luna d’occidente 
					Quando le loro ossa saranno spolpate e le ossa pulite 
					scomparse 
					Ai gomiti e ai piedi avranno stelle: 
					Benché ammattiscano saranno sani di mente 
					Benché sprofondino in mare risaliranno a galla 
					Benché gli amanti si perdano l’amore sarà salvo 
					E la morte non avrà più dominio. 
					E la morte non avrà più dominio 
					Sotto i meandri del mare 
					Giacendo a lungo non moriranno nel vento 
					Sui cavalletti contorcendosi mentre i tendini cedono 
					Cinghiati ad una ruota, non si spezzeranno; 
					Si spaccherà la fede in quelle mani 
					E l’unicorno del peccato li passerà da parte a parte 
					Scheggiati da ogni lato non si schianteranno; 
					E la morte non avrà più dominio. 
					E la morte non avrà più dominio. 
					Più non potranno i gabbiani gridare ai loro orecchi 
					Le onde rompersi urlanti sulle rive del mare; 
					Dove un fiore spuntò non potrà un fiore 
					Mai più sfidare i colpi della pioggia; 
					Ma benché matti e morti stecchiti, 
					Le teste di quei tali martelleranno dalle margherite; 
					Irromperanno al sole fino a che il sole precipiterà, 
					E la morte non avrà più dominio. 
					 
            		Martedì 28.10.2003 
					«Con l'amore non si fa commercio al 
					mercato. La sua gioia, come la gioia dell'intelletto, è di 
					sentirsi vivo. Lo scopo dell'amore è amare né più, né meno». 
					(O. Wilde) 
					A volte mi chiedo se valga davvero la 
					pena scoprirsi totalmente nei confronti di un'altra persona, 
					mostrare ogni nostro punto vulnerabile, ogni nostra bella 
					qualità ed ogni aspetto negativo. Mettersi in gioco, volersi 
					sentire vivi provando sensazioni che solo l'aiuto di un 
					altro cuore che batte all'unisono con il nostro può 
					regalarci. Vale la pena un simile azzardo? Serve a qualcosa 
					infatuarsi, innamorarsi, magari rimanere delusi da qualche 
					frase avventata od un atteggiamento forse irrispettoso? E 
					nonostante tutto questo continuare a fare affidamento su 
					quella persona e rimanerle a fianco, condividere ogni 
					singolo giorno e qualcosa di più, perché in fondo è questo 
					che si cerca: un punto di riferimento, un porto sicuro a cui 
					far ritorno ogni volta che ci si sente spersi nella 
					vorticosa corrente della quotidianità e delle azioni altrui. 
					Commettendo errori di cui solo noi saremo a conoscenza, 
					azioni avventate od in buona fede. Ma sempre con i pensieri 
					ed i sentimenti verso un punto ben preciso del mondo e del 
					nostro cuore. 
					 
            		Mercoledì 08.10.2003 
					Cos'è la felicità? È lo stomaco pieno di 
					farfalle, accorgersi di quanto brilli il Sole, ascoltare i 
					suoni che ci circondano ed il vento che passa tra le foglie? 
					Oppure è un amico che ti abbraccia, il calore di una carezza 
					sul viso, lo strusciarsi del gatto contro le gambe o la 
					schiuma del caffé sul cucchiaino? Ed ancora la canzone 
					giusta trasmessa dalla radio, un bimbo che ti sorride mentre 
					lo incroci sul marciapiede, una caramella alla menta che si 
					scioglie al centro della lingua? Forse è scoprire che 
					qualcuno ti vuole bene e che te lo dice, capire quando si 
					condivide qualcosa di speciale e che si può contare l'uno 
					sull'altro. 
					Forse la felicità è fragile e breve come un battito d'ali di 
					una farfalla, eppure ci fa ricordare che siamo vivi e che 
					vale la pena continuare a lottare. 
					Ognuna delle persone che entrano nella nostra vita ed a cui 
					ci affezioniamo od innamoriamo lasciano una traccia 
					indelebile nel nostro cuore e nei nostri ricordi. Una volta 
					nato tale sentimento un piccolo cambiamento inevitabilmente 
					avviene in noi e nella nostra vita. Ed un altro cambiamento 
					lo subiamo se tale persona si allontana da noi. Voler bene 
					non è mai facile, perché l'affetto per una persona porta con 
					sé anche tutta una serie di incognite, come la possibilità 
					di rimanere delusi, traditi od abbandonati. Ma sta in noi 
					avere il coraggio di accettare la sfida ed aprire il cuore a 
					quella nuova presenza. 
					L'essere amati è il desiderio che unisce ogni cuore 
					palpitante su questa terra. Molti desiderano quell'amore 
					senza però rendersi conto che prima devono essere disposti a 
					donarlo: prima di essere amati, si deve dare sé stessi. 
					Anche quando agli altri sembra non importare nulla. 
					 
					Si nota che oggi sono felice, vero?
                  
					 
            		Martedì 23.09.2003 
					Ieri, mentre tanto per cambiare ero in 
					coda dietro un paio di TIR, mi è capitato stranamente di 
					domandarmi «E se adesso mi capitasse un incidente ed io 
					morissi, importerebbe a qualcuno?». Non so perché sia 
					uscito quel pensiero... Non mi ha fatto paura, perché da 
					tempo ho accettato la morte come una tappa inevitabile nella 
					vita di ognuno di noi, però mi ha rammaricato rendermi conto 
					di quante persone, situazioni, cose belle non potrei più 
					affrontare ogni giorno. Affrontarle, gioirne, 
					rattristarmene... ecco, forse non le cose in sé, 
					probabilmente è il non provare più sentimenti che mi turba 
					maggiormente. 
					Nell'ignoranza totale di ciò che accade dopo la morte, c'è 
					chi pensa all'annullamento totale del proprio io e chi, 
					invece, ha fede in un proseguimento di questo viaggio 
					chiamato vita. Io non mi sono fatta un'idea precisa ma, come 
					tanti, tengo le dita incrociate e mi auguro che il ricordo 
					degli anni trascorsi in questo guscio di carne non si 
					disperdano con la mia coscienza. Altrimenti, che senso 
					avrebbe, soffrire, scoprire, sperimentare, sbagliare, amare? 
					Si ridurrebbe tutto ad un assurdo balletto di marionette, di 
					coscienze chiamate alla vita ed a cui viene affidato un 
					compito da svolgere, una posizione da occupare. 
					 
            		Venerdì 19.09.2003 
					Capita che ci si accorga di qualcuno. 
					Magari quella persona la si conosce da tempo, perché 
					all'interno di una compagnia di amici o perché la si 
					frequenta sul posto di lavoro. Per tanto tempo rapporti 
					cordiali, indifferenza quasi poi, all'improvviso, scatta una 
					molla indefinita per cui ci si rende conto che quella 
					persona ha un "qualcosa" di speciale che desta il nostro 
					interesse e fa desiderare di trasformare una semplice 
					conoscenza in un'amicizia. Mi è successo un paio di volte, 
					negli ultimi tempi, ed ogni volta sono rimasta un poco 
					disorientata. È come aprire una finestra in una stanza in 
					penombra, con il Sole di mezzogiorno che la invade in pieno 
					e mi fa scorgere particolari che prima mi erano sfuggiti. Mi 
					invade così una sensazione di "tempo perso", di mesi, se non 
					anni, trascorsi senza che si portasse a compimento quella 
					potenziale amicizia. Forse i tempi non erano maturi, o più 
					semplicemente forse ero io che non ero in grado di 
					affrontare ed apprezzare nel modo giusto quelle persone. 
					 
            		Giovedì 18.09.2003 
					Certi giorni sono come la neve, che si 
					posa leggera come un sottile strato di malinconia, ma sa 
					anche cadere pesante sul cuore e formare una crosta 
					difficile da sciogliere. Così ci si ritrova con una strana 
					ombra nei pensieri, pensieri lontani mille miglia e che 
					nemmeno il richiamo più acuto è in grado di riportare 
					indietro. 
					Così non si ha più voglia di nulla e di nessuno, ci si 
					rannicchia nel proprio piccolo mondo e si attende che 
					l'arcobaleno ritorni. L'arcobaleno, o il sorriso di un 
					amico. 
					 
            		Mercoledì 17.09.2003 
					Mai dare tutto per scontato. Mai 
					considerare dovuta l'amicizia di un amico, l'affetto di una 
					persona cara, l'amore di chi stringiamo al nostro petto nel 
					buio della notte. Mai illudersi che ogni palpito del nostro 
					cuore, che ogni piccola emozione da noi provata per 
					qualcun'altro venga recepito con la stessa intensità con cui 
					noi li viviamo. Spesso giungono come echi lontani a chi ci 
					occupa i pensieri, singola voce di un canto che solo noi 
					possiamo conoscere. 
					Forse ci abituiamo troppo in fretta alle cose, alle persone, 
					ai sentimenti. Forse troppo presto diventa "normale" avere 
					accanto un nuovo amore od un amico che ci sorride. Magari, 
					ogni tanto fermarsi e considerare l'importanza di ciò che 
					gli altri nutrono per noi e noi per loro aiuterebbe a non 
					cadere nella routine, a non accantonare ciò che di grande 
					può esserci tra due persone. Ad evitare inutili contrasti e 
					qualche parola che ferisce per l'ennesima volta. Capita che 
					ci si distragga con cose di poco conto, perdendo di vista 
					ciò che realmente merita le nostre energie, od anche solo 
					qualche attimo di attenzione in più. 
					Mai dare tutto per scontato. 
					 
            		Martedì 16.09.2003 
					Ogni sera, alle 19:20 circa, passa lo 
					stormo Buon Appetito. Chi ha letto «Il gabbiano Jonathan 
					Livingston» di Richard Bach sa il perché di tale nome. Ogni 
					sera passano, piume bianche contro il cielo azzurro. 
					Provengono da Bologna e loro, gabbiani, probabilmente vanno 
					a sfamarsi in città, forse presso una discarica. Poi la sera 
					tornano indietro, uccelli di mare che vanno a riposarsi 
					forse in palude o lungo il Reno. 
					Li osservo dalla finestra, con il movimento regolare delle 
					ali ed il procedere in formazione, mentre il Sole tramonta 
					alle loro spalle. A volte riempiono l'aria con i loro 
					richiami, altre volte rimangono in silenzio, con qualche 
					componente dello stormo che li precede solitario, mentre 
					altri rimangono distanziati e passano per ultimi. 
					 
            		Lunedì 15.09.2003 
					Piccole inquietudini agitano i nostri 
					cuori e animano i giorni che passano. Dubbi, domande, "se 
					fosse" espressi a bassa voce o ricacciati dietro un muro 
					d'inespressività appena si affacciano alla coscienza. 
					Là fuori esiste un mondo di possibilità, un mondo dove 
					alcune di esse si avverano ed altre rimangono nel limbo 
					delle nostre fantasie. Così mi ritrovo a domandarmi perché i 
					nostri piccoli universi personali girino in una direzione 
					piuttosto che in un'altra. Perché si passi come meteore 
					nella vita di chi invece si vorrebbe più vicino al proprio 
					modo d'essere e di esistere. 
					Perché a volte il cuore sussulta nel petto, mentre dovrebbe 
					seguire un ritmo regolare ed ormai stabilito da tempo? Ed ha 
					senso crucciarsi per un'anima lontana, eppure "sentita" così 
					intensamente da lasciare un segno quasi indelebile sulla 
					lavagna dei propri pensieri? 
					Ma forse un senso c'è, imperscrutabile o palese come la luce 
					del Sole. Forse è parte integrante dell'esistere, forse è 
					uno degli scogli fondamentali in cui ci si imbatte 
					esistendo. Sta a noi tramutare tale scoglio da oscuro 
					pericolo semisommerso, a piccola isola su cui issarsi per 
					riposarsi un poco ed osservare il mondo circostante.  
					 
            		Mercoledì 27.08.2003 
					Ultimamente non ho molto da dire. Né agli 
					altri, né a me stessa. In un certo senso ho staccato quasi 
					tutti i collegamenti di comunicazione con il mondo 
					circostante e mantengo attivi solo quelli fondamentali, 
					concentrandomi sul lavoro e riflettendo su questi giorni 
					così veloci. Amici, amore, responsabilità, doveri, 
					progetti... cosa è realmente importante? A cosa dare la 
					priorità e rendere fulcro delle mie energie? Oppure 
					dedicarmi ad un amico che possiede parte del mio cuore e del 
					mio passato, cercare di essergli vicina e di sostegno quando 
					in realtà di sé stesso mi mostra ben poco? 
					È sempre difficile, per me, stilare una tabella di marcia, 
					con la mente che vaga chissà dove ed il cuore concentrato 
					sul presente perché ferito da chi non considera importanti 
					10 anni di amicizia. Ma passerà... del resto, c'è chi canta 
					che "il cielo è blu oltre le nuvole". 
					Durante la pausa di agosto ci ho provato ad aggiornare il 
					sito, ma proprio non ce l'ho fatta: dopo due settimane a 
					zonzo per l'Europa ed altri 7 giorni trascorsi in un turbine 
					di pulizie in casa, l'allergia per il piccì che mi assale 
					durante le ferie è perdurata. Comunque il lavoro è 
					ricominciato e, con esso, le attività collaterali: sto 
					preparando un report del viaggio (ho finalmente visitato il 
					Louvre!), faticosissimo ma fortunatamente speso in compagnia 
					degli amici giusti. 
					 
            		Martedì 02.06.2003 
					LISTEN TO YOUR HEART - Roxette 
					I know there's something in the wake of 
					your smile. 
					I get a notion from the look in your eyes, yea. 
					You've built a love but that love falls apart. 
					Your little piece of heaven turns too dark. 
					Listen to your heart / when he's calling 
					for you.  
					Listen to your heart / there's nothing else you can do.  
					I don't know where you're going / and I don't know why,  
					but listen to your heart / before you tell him goodbye. 
					Sometimes you wonder if this fight is 
					worthwhile. 
					The precious moments are all lost in the tide, yea. 
					They're swept away and nothing is what is seems, 
					the feeling of belonging to your dreams. 
					Listen to your heart / when he's calling 
					for you.  
					Listen to your heart / there's nothing else you can do.  
					I don't know where you're going /and I don't know why,  
					but listen to your heart / before you tell him goodbye. 
					And there are voices that want to be 
					heard. 
					So much to mention but you can't find the words. 
					The scent of magic, the beauty that's been 
					when love was wilder than the wind. 
					Listen to your heart / when he's calling 
					for you.  
					Listen to your heart / there's nothing else you can do.  
					I don''t know where you''re going / and I don't know why,  
					but listen to your heart / before you tell him goodbye. 
					
					******************************************** 
					A questa canzone è legato un bel ricordo: 
					quello del mio migliore amico che, con in braccio la sua 
					bimba di alcuni mesi di vita, la cullava cantando per lei. 
					Forse, un giorno, anch'io potrò cantare per un cucciolo 
					tutto mio. 
					 
            		Venerdì 30.05.2003 
					Ci sono luci nel giardino, la sera. 
					Alcune illuminano teneri fili d'erba, altre vagano tra gli 
					steli ed i rami bassi del ciliegio. Pulsano e zigzagano nel 
					buio uniforme, nemmeno un raggio di Luna disturba la tenue 
					fosforescenza. 
					Seduta immobile tra l'erba osservo le traiettorie, il 
					ritmico accendersi e spegnersi di quei piccoli corpi, 
					accompagnato dal canto dei grilli. Anche quest'anno le 
					lucciole sono tornate. 
					 
            		Giovedì 22.05.2003 
					Certi giorni il cielo sembra essere più 
					alto. Succede quando nessuna traccia bianca di nuvola lo 
					solca ed il Sole sembra quasi disperso in mezzo a tutto quel 
					turchese. 
					Certi giorni il cielo sembra cadere sulla terra. Succede 
					quando nubi scure e gonfie di pioggia rotolano verso di noi, 
					precedute dal vento improvviso che scuote i rami ed agita le 
					foglie. 
					Certi giorni il cielo sembra pulsare di vita. Succede quando 
					le rondini lo attraversano veloci, mentre si chiamano l'un 
					l'altra con acute grida e sfrecciano inseguendo gli insetti. 
					Certi giorni il cielo sembra freddo e vuoto. Succede quando 
					ho il cuore gonfio di tristezza ed i pensieri lontani. 
					Ognuno ha un suo pezzetto di cielo ed ogni tanto lo 
					abbraccia con lo sguardo. Nel mio ci sono pozze di turchese, 
					tramonti rossi, qualche arcobaleno, uno stormo di rondini ed 
					una manciata di stelle. Ogni tanto un sorriso, ma più 
					sovente i miei pensieri che migrano lontano. 
					 
            		Venerdì 16.05.2003 
					BEAUTIFUL - Christina Aguilera 
					Spoken / Don't look at me 
					Every day is so wonderful / And suddenly, 
					it's hard to breathe 
					Now and then, I get insecure / From all the fame, I'm so 
					ashamed 
					I am beautiful no matter what they say / 
					Words can't bring me down 
					I am beautiful in every single way / Yes, words can't bring 
					me down 
					So don't you bring me down today 
					To all your friends, you're delirious / 
					So consumed in all your doom 
					Trying hard to fill the emptiness 
					The piece is gone and the puzzle undone / That's the way it 
					is 
					You are beautiful no matter what they say 
					Words won't bring you down / You are beautiful in every 
					single way 
					Yes, words won't bring you down / Don't you bring me down 
					today... 
					No matter what we do / (no matter what we 
					do) 
					No matter what they say / (no matter what they say) 
					When the sun is shining through / Then the clouds won't stay 
					And everywhere we go / (everywhere we go) 
					The sun won't always shine / (sun won't always shine) 
					But tomorrow will find a way / All the other times 
					We are beautiful no matter what they say 
					Yes, words won't bring us down 
					We are beautiful no matter what they say 
					Yes, words can't bring us down / Don't you bring me down 
					today 
					Don't you bring me down today / Don't you 
					bring me down today 
					 
            		Giovedì 08.05.2003 
					Ieri sera ho guardato un concerto su dvd 
					di 
					Sarah Brightman, un soprano dalla voce stupenda. 
					Ascoltando la sua interpretazione mi sono ritrovata a 
					riflettere sulle qualità, le abilità che ognuno di noi 
					possiede: perché nella maggioranza delle persone sono di 
					entità "normale", mentre in alcuni si sviluppano a tal punto 
					da farli eccellere e così considerare dei talenti? Canto, 
					musica, matematica, atletica, pittura, medicina... ci sono 
					persone che sembra portino allo stremo il concetto di "dote 
					naturale" e lasciano affascinati tutti gli altri. Tutti gi 
					altri che, alla fine, si ritrovano ad essere anche un poco 
					invidiosi. 
					Io che me la cavicchio in alcune cose, ma mi ritrovo a non 
					saper disegnare, a non saper cantare, a non saper 
					memorizzare certe nozioni, a non essere sufficientemente 
					creativa... tutte attività che da sempre mi attraggono. Così 
					mi accontento di quel poco che so fare e di come lo so fare. 
					Meglio coltivare il proprio orticello che inseguire 
					chimere... 
					 
            		Giovedì 17.04.2003 
					Esiste un momento dell'alba e del 
					tramonto che fin da piccola chiamo "della luce dorata". È 
					quando il Sole raggiunge una determinata altezza 
					sull'orizzonte e l'atmosfera terrestre fa sì che la luce 
					venga filtrata in modo particolare: accade così che ogni 
					cosa assuma un riflesso dorato, come se venisse accarezzata 
					direttamente dai raggi del Sole. 
					È una fase di passaggio: dalla notte al giorno quando è 
					l'alba, dalla luce al buio quando è il tramonto. Una 
					finestra si apre, una finestra si chiude. La sera, in 
					particolare, mi porta a ripensare alla giornata appena 
					trascorsa, a domandarmi se ho vissuto bene le ore che ormai 
					sono alle mie spalle, se ho voluto abbastanza bene, se il 
					mio cuore ha avuto modo di gioire, se ho realizzato qualcosa 
					che valga la pena di condividere con chi mi attende a casa. 
					Poi chiudo gli occhi. Li riapro e sono felice di esistere. 
					 
            		Lunedì 14.04.2003 
					Questa giornata non sarebbe potuta 
					cominciare meglio... Gli occhi mezzo aperti per contrastare 
					la luce che si insinuava sotto le palpebre ancora assonnate, 
					la mano destra che annaspava in cerca dell'interruttore 
					della macchinetta per il caffé, ho udito distintamente 
					provenire da fuori un suono che da tempo attendevo: il 
					garrire delle rondini. Sono finalmente tornate! 
					Le ho osservate a lungo, seduta sul balcone mentre mi godevo 
					il tepore del Sole. Come piccole e palpitanti frecce nere 
					guizzavano verso l'alto, per poi buttarsi in picchiata con 
					un veloce movimento d'ala, dandosi la voce l'un l'altra. 
					Aggraziate, energiche, ma nel contempo così fragili... 
					Tracce 
					d'inchiostro 2002 - Segue...  
					
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